In poche occasioni ho incontrato delle persone che avevano un approccio propositivo e mirato al miglioramento della propria vita personale e lavorativa nei diversi ambiti ed esperienze lavorative con cui sono entrato in contatto.
Mi sono spesso sentito un pesce fuor d’acqua, mi hanno sempre definito come una persona inquieta solo perchè avevo la tendenza a voler “crescere”, non mi accontentavo di eseguire semplici istruzioni ma volevo fare un passo in più, far evolvere la mia attività lavorativa, creare innovazione nelle mie mansioni.
Guardandomi intorno mi rendo sempre più conto che la maggior parte delle persone vive invece nella rassegnazione del non poter migliorare la propria condizione, i processi che svolgono tutti i giorni, e se le persone si trovano in questa condizione anche il loro approccio al lavoro ne verrà influenzato.
Molte Aziende e le Organizzazioni vivono il dramma di trovarsi in un circuito chiuso dove non c’è evoluzione e si crea una stagnazione.
Soprattutto nelle grandi realtà vi è la tendenza da parte dei Manager di non portare ai livelli superiori la reale entità dei problemi poiché ammetterebbe che ci siano criticità nella propria area metterebbe in dubbio il loro successo..
Sminuire e non trattare un problema per non dover richiedere le risorse necessarie per risolverlo non farà altro che aumentarne gli effetti negativi su tutti i processi aziendali ad esso collegati.
Bisogna diffidare da quelle Aziende con Manager che cambiano spesso nascondendo la polvere sotto il tappeto al fine di mettere in luce solo gli apparenti successi. Un'Azienda che invece ha Manager che ricoprono egregiamente da anni il loro ruolo sono sicuramente più attente a risultati di medio/lungo periodo.
Sono molteplici gli svantaggi dell’aver cambiato molti lavori ma uno degli aspetti positivi è stato che ogni volta che mettevo piede in una nuova realtà mi dovevo reinventare e quando arrivi dall'esterno in un’Azienda è molto più facile individuare le criticità, i problemi cronici a cui le persone si sono rassegnate, “Facciamo così perchè si è sempre fatto così e non si può fare diversamente”.
Le fasi che mi hanno caratterizzato in ogni esperienza lavorativa sono state:
Apprendimento - Esecuzione - Analisi - Sviluppo
La maggioranza delle persone si ferma invece all'apprendimento e all'esecuzione, comprensibile se uno non ha aspirazioni ma non accettabile per un’Azienda che vuole crescere.
Davanti ad evidenti criticità dei processi è importante stabilire dei punti chiave:
COSA - Stabilisce l’obiettivo da raggiungere, il punto di arrivo a cui tutti devono tendere. - Prendere coscienza che esiste un problema. - Definire il problema.
ANALISI - Poniamo le domande corrette e chiediamo risposte sincere ai responsabili delle aree interessate, ascoltiamo tutti e capiamo i problemi, rendiamoli razionali e valutiamo il peso di ognuno di essi. - Inquadrare la situazione attuale. - Individuare le cause. - Scorporare il problema in più piccole criticità.
LAVORO INTERMEDIO - Risolviamo in collaborazione con i responsabili coinvolti le piccole criticità emerse. - Formulazione di ipotesi e soluzioni, e conseguente verifica delle loro validità e applicabilità.
COME - Una volta che la strada è spianata sarà più facile trovare una soluzione che tenga conto delle esigenze di tutti. - Studiare come applicare le soluzioni.
RISORSE - Comprendere di quali risorse necessitiamo. - Realizzazione nella fase iniziale e nella fase successiva di mantenimento.
ESECUZIONE - Applichiamo la soluzione migliore. - Decidere come monitorare le soluzioni. - Focalizzarsi per sostenere i risultati.
DA NON DIMENTICARE
- Non cercare i “colpevoli” e/o responsabili della criticità, è una perdita di tempo e fa perdere di vista l’obiettivo finale di porre rimedio alle criticità affinché tutti funzioni al meglio. Questo è l’unico vero interesse dell’Azienda. Far sentire delle persone “colpevoli” li farà lavorare in difensiva piuttosto che in modo propositivo per risolvere il problema.
- La soluzione deve essere snella, applicabile velocemente e tendere al miglioramento. Non bisogna adottare una soluzione grossa e radicale ma scomporre la soluzione in più soluzioni piccole da applicare passo dopo passo. Si interverrà in maniera efficace e indolore per l’azienda, senza creare ulteriori intoppi e/o rallentamenti.
- Se la soluzione trovata non sarà in quel momento applicabile abbiamo comunque svolto un lavoro importante di analisi e concretizzazione per conto dell’Azienda.
Aver portato coscienza del problema e della possibile soluzione al momento giusto porterà facilmente debellarlo e risolverlo.
Una soluzione del problema che non tiene conto delle criticità dei singoli non sarà mai una reale soluzione.
Nella medicina siamo ormai abituati a curare i sintomi e non le cause delle malattia così come nel lavoro siamo sempre più portati a trovare soluzioni immediate che danno un risultato istantaneo ma che non tengono conto del lungo periodo.
Troppe soluzioni istantanee mandano in crisi il sistema perchè esse non tengono conto dell’ANALISI e del LAVORO INTERMEDIO ma solo del COSA e COME; questo porta inevitabilmente a credere che il fine giustifica il mezzo e i livello intermedi cercheranno di tappare falle sprofondando sempre più in quella rassegnazione di cui parlavamo all’inizio dell'articolo.
Perchè il Problem Solving deve essere considerata solo una soft skill quando potrebbe essere una competenza su cui basare un ruolo in Azienda o una professione?
Qualcuno parla di Problem Solver, professionisti con competenze trasversali e multidisciplinari che si prestano ad intervenire in quelle Aziende che non riescono ad uscire dall'impasse di una situazione.
Dal mio punto di vista invece qualcuno che conosce l’Azienda dall'interno a livelli intermedi e che è abituato a relazioni multilivello potrebbe avere la giusta dose di competenze e visione dell'insieme per supportare la sua Azienda.
Se si esegue un buon lavoro il progetto richiederà il 90% del tempo e la realizzazione solo il 10% perchè tenendo conto di tutti gli aspetti si saranno coinvolte le persone che condividendo le soluzioni trovate parteciperanno attivamente nella realizzazione seguendo tutti lo stesso obiettivo.
Ci troviamo sempre più di fronte ad uno scollamento dalla realtà da parte delle direzioni, una figura di Problem Solver interno si inserisce e crea un cuscino razionale in quello spazio lasciato vuoto da parte di Manager che devono principalmente concentrarsi su altri aspetti della mansione.
Questa figura media e dialoga con tutte le aree dell'Azienda, supera i contrasti e porta concretezza.
Un imprenditore o direttore delegando a questa figura questo ruolo gli permette di scaricarsi da impegni gravosi di analisi e raccolta delle informazioni, permette uno scarico mentale perchè ci da la possibilità di concentrarci sullo sviluppo dell’Azienda e non sui problemi attuali, ci dona "del tempo a disposizione" che oggi ormai è il bene più prezioso di ogni individuo.
Non puoi risolvere un problema con lo stesso tipo di pensiero che hai usato per crearlo
diceva Albert Einstein… ecco perchè all'interno della tua Azienda hai bisogno di un Problem Solver.
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